MATTONI ROSSI

ROSSA

Cuore pulsante dell’ingegno di Camillo, motore propulsore dell’orgoglio Canavesano.

LA STORIA

Nel 1868, Meucci si barcamenava per cercare di portare a compimento il suo telefono, Swan lavorava alla prima lampadina elettrica che brevettò solo 10 anni più tardi, ed Edison sognava solo di ascoltare musica da un fonografo, apparecchio che riuscì a brevettare anche lui, ben 10 anni più tardi.

Il 13 agosto di quell’anno, nasceva nella sonnolenta Ivrea, un folle, nel senso più poetico del termine: Samuel David Camillo.

Orfano dopo appena un anno, Camillo crebbe praticamente da solo e non conobbe freni d’ambiente alla naturale propensione a superare tutte le barriere dei vincoli tradizionali tipici di una piccola cittadina di provincia di metà ‘800. Fu in tutto e per tutto un non conformista.

A fine ‘800 e inizio ‘900, c’è ovunque un enorme fermento scientifico e gli studi intrapresi da Camillo rispondevano pienamente alla sua naturale vocazione e al vivo interessamento che egli provava per quanto stava accadendo nel mondo. Si laurea a 24 anni in ingegneria sotto la guida di Galileo Ferraris e parte subito per Londra per colmare le lacune della scarsa esperienza pratica degli studi accademici: apprendistato come semplice operaio.

A 25 anni, lascia l’Europa, rigorosamente in nave, destinazione Chicago. Conosce Siemens, Edison e, trasferitosi in California, diviene assistente in ingegneria elettrica alla Stanford University.

A 26 anni, ritorna in Italia ove inizia da subito a lavorare su progetti industriali cui pensava da tempo. Progetta la Fabbrica di Mattoni Rossi e mentre i muratori gettano le fondamenta, intraprende un breve corso elementare di elettricità per operai. «Quel corso durò poco tempo e probabilmente fu più profittevole per me che non agli allievi. A me insegnò già fin d’allora una cosa che l’esperienza della vita mi confermò, e cioè che persone poco istruite, ma che hanno l’intelligenza pronta e buona voglia di imparare, possono riuscire meglio di gente molto più istruita, ma meno intelligente e volenterosa». 

Per anni costruisce strumenti di misurazione elettromagnetici, ma un certo giorno del 1907, gli eporediesi che di lì passavano raramente, alzando gli occhi sopra la terrazza che teneva luogo del tetto lessero: Ing. C. Olivetti e C. Prima fabbrica nazionale di macchina per scrivere.

Nasceva il mito.

La Extra Bitter che ci piace.
  • Aspetto Visivo
    Color rosso mattone con schiuma abbastanza fine e mediamente persistente.
  • Sentori Olfattivi
    Frutta secca, caramello e sfumature erbacee.
  • Corpo e Gusto
    Vellutata con note di caramello e malto. Amaro moderato.
  • Abbinamenti
    Primi leggeri, sandwich, tramezzini, carni di maiale, formaggi freschi.
  • Ingredienti
    Acqua, malto d’orzo, luppolo, lievito.